Passeggiare per le vie di Roma è sempre molto emozionante. Ci sono quartieri di questa città che nascondono piccoli angoli di paradiso e che offrono scorci meravigliosi. Veri e propri set, perfetti per una sessione fotografica con degli amici. È il caso del Quartiere Coppedè in zona Trieste, adiacente ai Parioli.

Passeggiando in queste zone, non è raro infatti voltare un angolo e ritrovarsi in una meravigliosa piazzetta deserta, circondata da palazzi maestosi risalenti ai primi anni del novecento, ricchi di decori e forme sinuose e con richiami alla Roma antica. L’utilizzo infatti del travertino e di temi quali cornici e modanature, sono un chiaro rimando al periodo della Roma Imperiale come anche il grosso arco con l’enorme lampadario in ferro battuto all’ingresso di Piazza Mincio, richiamante gli Archi di Trionfo del Foro Romano.

Mi è sembrato il posto perfetto per fotografare la bellissima Irina Sazonova. Come orario per lo shooting ho scelto le prime ore del giorno di una domenica mattina. Secondo me è il momento migliore per lavorare con la luce: “È vero! Bisogna svegliarsi molto presto per arrivare al momento giusto sul posto ed iniziare a lavorare con la giusta luce. Ma di buono c’è che ci sono pochissime persone in giro e con il sole è molto basso, soprattutto nei mesi invernali, e si possono realizzare degli scatti particolari e, con pochissimi accorgimenti ed un paio di riflessi, osare anche sui controluce.

La mattina presto, la luce è molto morbida e diffusa. I colori sono caldi e il sole offre degli effetti suggestivi sull’asfalto bagnato e tra i giochi d’acqua degli zampilli della fontana che si trova al centro della pizza.

Potrebbero sembrare delle banalità quelle che sto scrivendo, soprattutto per chi come me in questa città ci è nato e cresciuto ed è abituato alle bellezze di Roma. Ma ho imparato a non dare nulla per scontato, perchè: “del bello, non si è mai sazi” ed ogni volta cerco di guardare le cose con uno spirito nuovo.

Irina non conosceva questo angolo di paradiso ed è stato molto bello lavorare con lei in questo contesto. Vederla posare mentre con lo sguardo, ammirava incuriosita la bellezza delle architetture circostanti, ha reso gli scatti molto naturali.

Il resto lo ha fatto una Fuji XT4 con un ottica 16-80mm f/4.0 e un 50 – 140mm f/2.8 ed un paio di riflessi multidisco pieghevoli, 5 in 1.