Trent’anni fa la strage di Capaci ha segnato un capitolo importante nella storia della nostra Nazione. Una risposta così violenta e risonante della Mafia all’operato dei magistrati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, ha cambiato completamente il nostro senso di percezione della malavita organizzata che fino a quel momento non aveva mai colpito in maniera così eclatante.
A distanza di trent’anni il sacrificio di questi uomini, la loro abnegazione, il loro senso del dovere e di responsabilità, hanno permesso il cambiamento.
“La mafia è un fenomeno umano e come tutti i fenomeni umani ha un principio, una sua evoluzione e avrà quindi anche una fine. Spero solo che la fine della mafia non coincida con la fine dell’uomo” (Giovanni Falcone)
Un’esperienza forte, tornare in quei luoghi che hanno segnato la mia infanzia e respirare anche solo per un momento quella quiete che ha preceduto l’attentato. Difficile spiegare la moltitudine di sensazione che mi hanno travolto, nel momento in cui mi sono ritrovato su quel punto esatto in cui la mafia ha colpito, davanti all’obelisco commemorativo, su quel tratto di superstrada tanto famoso e che fino ad allora, avevo visto solo in tv chissà quante volte negli ultimi trent’anni.
Spero che in questi 50 secondi sia riuscito a trasmettere le mie sensazioni, che il mio contributo aiuti tutte le generazioni a non dimenticare chi si è sacrificato espletando il proprio dovere al servizio delle istituzioni e dello Stato.
Posso solo dire grazie a chi ha mi ha permesso di dare il mio contributo a questo progetto e grazie a Giovanni Falcone e Paolo Borsellino per esserci ancora dopo trent’anni.